Con l'augurio che un nuovo “umanesimo”(nel senso che l’uomo possa essere al centro dell’agire) possa soppiantare,finalmente, questo grigio mondo mediatico e finanziario,dove la fantasia e la spontaneita’ ha ceduto il posto alla razionalita’ piu’ esasperata e crudele,ignara dei sentimenti e dei bisogni della gente e tendente solo al bieco “affarismo e guadagno”.
Io parlo di "umanesimo" perché considero la felicità e la compiutezza dell'uomo, di tutti gli uomini, come unico obiettivo politico e perche’ si colloca il progresso umano come l'alfa e l'omega di tutta l'azione politica. Io parlo di "umanesimo" poiché ho una concezione esigente e valorizzante dell'uomo, considerato in tutta la sua dimensione di identità e di spiritualita’. L'umanesimo che io vorrei difendere è quello che considera che l'uomo esista innanzitutto nella sua relazione con l'altro, e che questa relazione gli conferisce il suo senso e la sua dignità.
lo specchio delle emozioni di una terra ricca di storia,
malinconia nell’ aria stessa del respiro.
Scintillio di colori caldi e riflessi di luce,
la vista, la mente,…..fuori di ogni tempo,....,
antico fascino di quel mare,
i fieri Vichinghi per primi,
il marinaio Colombo ,la trepida baldanza,
la promessa di vascelli di oro:
l "illicebrae incogniti", il sogno o l'illusione del sogno.
L'onda , eterno divenire umano,
l’onda e l'evertore figlio di Laerte,
la sua ansia di vita,il desiderio di morte,
solo tra le bianche spume dei flutti,
la loro carezza materna.
La verde massa d'acqua,
sguardo ed immaginazione,
la paura di essere troppo felice,
il timore di un fragile equilibrio.
Mare senza tempo e
sentimento di un tempo irrimediabilmente perduto,
spazio d’acqua e universo antropologico,
immutabile dramma dell’esistere”.(E.F.)
“..Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia marcia, chi non rischia e chi non cambia il colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle ” i “, piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore ed ai sentimenti. Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare. Muore lentamente chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare…
mi piace l'assoluta semplicità. Ecco cosa mi piace.
Quando sei in mare la tua mente è sgombra, libera da qualsiasi confusione, sei concentrato.
Ad un tratto la luce diventa più nitida, i suoni sono più ricchi
e tu sei invaso dalla profonda, potente presenza della vita...
...Il tempo non lascia traccia sulla tua fronte azzurra. Come ti ha visto l'alba della Creazione, così continui a essere mosso dal vento.
E io ti ho amato, Oceano, e la gioia dei miei svaghi giovanili, era di farmi trasportare dalle onde come la tua schiuma; fin da ragazzo mi sbizzarrivo con i tuoi flutti, una vera delizia per me.
E se il mare freddo faceva paura agli altri, a me dava gioia, perché ero come un figlio suo, e mi fidavo delle sue onde, lontane e vicine, e giuravo sul suo nome, come ora...”e con Friedrich Wilhelm Nietzsche ...Se in me è quella voglia di cercare, che spinge le vele verso terre non ancora scoperte, se nel piacere è un piacere di navigante: se mai gridai giubilante: "La costa scomparve"; ecco anche la mia ultima catena è caduta, il senza-fine mugghia intorno a me, laggiù lontano splende per me lo spazio e il tempo, orsù! Coraggio! Vecchio cuore!...
Il linguaggio della verità è quell’emozione, quel qualcosa che senti dentro di te e puoi capire ciò che ti comunica solo se fai uscire il bambino che è in te. Bisognerebbe guardare la vita con gli occhi di un bambino, entusiasti e stupiti, come se fosse la prima volta ogni volta. Solo della gente che lascia il cuore volare, che lascia la propria fantasia senza la pesantezza del quotidiano, è capace di pensare diversamente.
Eccolo, l’Oceano, … un mare di onde come un mare di sogni… alcuni si infrangono violentemente contro la scogliera, altre volte essi sono più forti del normale e vanno oltre, raggiungendo prati verdi dove poter essere coltivati.La marea sale e scende e lo spirito umano fa altrettanto, tuttavia persino quando la marea è bassa, ci sarà un’onda capace di oltrepassare le scogliere, allora vorrà dire che anche un sogno apparentemente irrealizzabile sarà diventato realtà.Ora compaiono nuovi e mutevoli colori, un’impensabile quantità e varietà di volatili sovraffolla la zona. Il movimento è ovunque: in cielo, sugli scogli, dinnanzi ai miei piedi, in acqua,sulla fine sabbia di oro. Mi sono fatto assorbire dalla Natura come amo fare, un invisibile cuore che batte all’impazzata e che porterà sempre con se’ quei momenti: l’umidità nell’aria, i colori spenti, i suoni decisi e a volte frastornanti, l’odore di zolfo e una coppia di candidi uccelli solitari che sembrano avere smarrito la via.L’Oceano è la strada che porta altrove. Nasce alla fine del tempo e muore dove il tempo inizia. E’ la strada che va in nessun luogo e in tutti i luoghi del mondo. Può essere ovunque e essere stata per sempre. Lungo l’Oceano incontri personaggi mai esistiti , incontri te stesso. La metafora oceanica, l'oceano come simbolo dell'illimitato unico, dell'unità in cui le molteplicità si dissolvono e gli opposti coincidono, è molto diffusa in tutte le tradizioni mistiche per descrivere la scomparsa dei limiti dell'Io. ECCOMI! E l'oceano con la sua eterna semovenza, forse, per un attimo sarà orgoglioso di stesso, di una piccola ed insignificante goccia e nel tentativo di farle una piccola carezza...paff! Ora la goccia ha vinto il suo gioco, ora la goccia non esiste più, ora la goccia è l'oceano. Come il fiume. Questo piccolo oceano, in questo piccolo universo, in questo piccolo eterno, hanno reso la goccia parte indispensabile del gioco. Il viaggio più affascinante ed avventuroso che possiamo affrontare è quello dentro noi stessi...Mettiti in viaggio, perché il viaggio è cominciato....come il fiume. Non siamo liberi, il vincente non ha scelta, come il fiume... Potevo ascoltare il rumore del vento e sentire il profumo del mare. Potevo vedere i colori del tramonto e il volto di una donna, vedere il volo di un’aquila e assaporare la freschezza dell’aria pura del mattino.
Dio ha messo la felicità dappertutto. E’ ovunque, in tutto ciò di cui possiamo fare esperienza. Abbiamo solo bisogno di cambiare il modo in cui guardiamo le cose.
Caro il mio Oceano, bisogna imparare a sognare…per essere liberi.
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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis