Presto pubblicheremo un video in tre parti, dove si potrà ascoltare dalla voce dell'autore del libro"Nato:colpito ed affondato" i retroscena su quel che sta accadendo nei nostri mari e nel nostro sud, grazie all'insipienza e disonestà di buona parte della nostra classe politica, che per una sudditanza che viene da molto da lontano non reagisce a quel progetto criminoso di sfruttamento e poi abbandono del sud in primis e se non si porrà fine a questo disegno, man mano toccherà al resto dell'Italia.
Resoconto della serata di sabato scorso, dove oltre un centinaio di persone sono rimaste ad ascoltare fino alla fine il giornalista Gianni Lannes, erano le 22 quando si è deciso di chiudere perché troppo tardi, ma si sarebbe andati avanti ad oltranza troppo interessante ciò che il giornalista ha raccontato con dati alla mano.
Sabato 17 aprile u.s. l’Auditorium della sede di Grottaglie della Banca di Credito Cooperativo S. Marzano di S.G. ha ospitato il giornalista investigativo Gianni Lannes che parlato di “Veleni che inquinano la nostra terra e i nostri mari” e ha presentato il suo libro “NATO: COLPITO E AFFONDATO, la tragedia insabbiata del Francesco Padre”.
Nel corso della serata la dott.ssa Valentina Linoci ha presentato il suo studio “Impianti indesiderati e movimenti di protesta: il comitato <
DI COSA PARLA IL LIBRO
pubblicato dalle Edizioni La Meridiana, il libro riporta l’indagine svolta da G.Lannes sulla storia, insabbiata, dell’imbarcazione Francesco Padre sulla quale persero la vita quindici anni fa cinque uomini di Molfetta (Giovanni Pansini, Luigi De Giglio, Saverio Gadaleta, Francesco Zaza e Mario De Nicolo). Il libro riporta gli atti secretati e le interviste agli attori che ruotarono attorno alla vicenda. A offendere la memoria dei cinque marinai, delle loro famiglie e di tutta la marineria molfettese l’insinuazione che sul Francesco Padre vi fosse un illecito trasporto di materiale esplosivo che, di fatto, avrebbe provocato l’esplosione del peschereccio, oltre al rifiuto dell’autorità competente di recuperare il relitto e le salme. In realtà quello specchio di mare in cui è avvenuta la tragedia era teatro di un’esercitazione militare della Nato denominata ‘Sharp Guard’, e non era neanche la prima volta che ignari marinai si ritrovassero coinvolti in episodi militari e che il loro silenzio venisse comprato risarcendo i danni subiti alle imbarcazioni. Grazie all’inchiesta di Lannes la Procura di Trani ha riaperto le indagini dopo 16 anni di depistaggi e manomissioni della verità, e la strage targata Nato è approdata in Parlamento con la richiesta che sia istituita un’apposita Commissione parlamentare d’inchiesta e che il Governo italiano– come primo atto di buona volontà – provveda al recupero immediato dei resti umani che si trovano a 243 metri di profondità .
VELENI CHE INQUINANO LA NOSTRA TERRA E I NOSTRI MARI
Gianni Lannes ha proiettato un filmato sullo spiaggiamento dei capodogli in Adriatico avvenuto qualche mese fa e ha posto inquietanti interrogativi sul tipo di notizie che vengono fatte trapelare agli organi di informazione, sulle cause dello spiaggiamento di ben 7 cetacei e la loro morte sull’istmo di Varano, sul’ Inquinamento chimico e radioattivo, o sonoro dei nostri mar. Ha parlato dell’inchiesta che sta svolgendo sulla nave recentemente arenata a Castellaneta e ha riferito che precise domande agli organi preposti sono state rivolte circa il suo carico, la rotta, l’armatore, il noleggiatore ed il numero Imo; che è stato richiesto un immediato controllo sulla radioattività della nave e del carico sbarcato, dal momento che non è stato effettuato alcun tipo di controllo a bordo e neppure identificato l’equipaggio.
VALENTINA LINOCI
ha presentato il suo studio “Impianti indesiderati e movimenti di protesta: il comitato Vigiliamo per la discarica” , sulla base del quale ha discusso lo scorso febbraio la sua tesi di laurea, magna cum laude, in Scienza delle comunicazioni presso l’Università di Pavia. Dopo aver inquadrato il contesto della politica ambientale e passato in rassegna la letteratura sui movimenti sociali di protesta, la neo dottoressa ha affrontato l’analisi del comitato “Vigiliamo per la discarica”, e ha illustrato l’indagine conoscitiva da lei svolta, basata su questionari rivolti alla cittadinanza grottagliese. Quindi ha illustrato da un punto di vista sociologico, politologico e della comunicazione il lavoro svolto dal comitato Vigiliamo per la discarica dalla sua nascita, nel 2004, fino a gennaio 2010. (E. R.)
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