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sabato 10 aprile 2010

INCHIESTA SANITA' Mazzarano indagato per corruzione Verifiche sulle protesi

BARI - E' indagato per corruzione in un’indagine sulla gestione degli appalti nella Asl di Taranto l'ex segretario pugliese dei Ds Michele Mazzarano, neoeletto al Consiglio regionale della Puglia. Lo si apprende da fonti giudiziarie. Contro Mazzarano, tarantino di Massafra, vi sono le dichiarazioni accusatorie di Gianpaolo Tarantini che ha detto ai pm baresi, che lo hanno interrogato nei mesi scorsi, di aver versato “tangenti” a Mazzarano per “non meno di 10mila euro”, di aver sostenuto personalmente le spese per feste e per un concerto, organizzati dall’esponente politico probabilmente in favore del suo partito”. In cambio – secondo l’ipotesi accusatoria – Mazzarano avrebbe offerto 'copertura politica' a Tarantini per aggiudicarsi appalti nella Asl ionica. L’ex segretario dei Ds ha sempre respinto le accuse di Tarantini, bollandole come “menzogne”.

Eletto in Consiglio regionale alle scorse consultazioni, benchè avesse espresso la propria volontà di rinunciare alla competizione elettorale dopo aver appreso da organi di informazione di essere coinvolto in una inchiesta sulla sanità, Mazzarano è da un pò al centro di polemiche nel suo stesso partito, dove c'è chi gli chiede di dimettersi dalla carica appena ottenuta. In una dichiarazione diffusa ieri, Mazzarano ha detto di aver deciso di non dimettersi dalla carica di consigliere regionale, e ha annunciato che per ora non si iscriverà al gruppo consiliare del Pd alla Regione Puglia. “Non mi dimetto. Per me - ha detto – sarebbe immorale, tradire la fiducia ricevuta da migliaia di cittadini!”.

ORE 17:06 - L'IPOTESI DA VERIFICARE, LE PROTESI DANNOSE PER LA SALUTE?
Mirano anche ad accertare se i pazienti pugliesi hanno ricevuto un danno alla salute le indagini della procura di Bari sull'illecita gestione della sanità pubblica pugliese. Lo si apprende da fonti giudiziarie.
Il danno alla salute, che è in fase di verifica, riguarda essenzialmente la qualità e l’idoneità delle protesi vendute illecitamente agli ospedali pugliesi dalle società di Gianpaolo Tarantini. Le protesi, infatti, venivano scelte – secondo l'accusa – dai vertici delle Asl e dai primari con un meccanismo truffaldino: dopo che i dirigenti e i funzionari ritenuti corrotti delle Aziende sanitarie turbavano le gare d’appalto, oppure con la decisione dei primari che ritenevano le protesi stesse infungibili.

Il reato ipotizzabile per questo nuovo filone investigativo sono le lesioni personali gravissime. Questo perchè alcuni pazienti sottoposti ad interventi chirurgici di impianto alle ginocchia e all’anca sarebbero rimasti zoppi o, addirittura, non riuscirebbero più a camminare regolarmente. Negli ultimi tempi i magistrati del pool sanità, guidati dal procuratore Antonio Laudati, stanno compiendo accertamenti incrociati sulle protesi impiantate e sul numero di pazienti che non hanno ricevuto alcun beneficio dall’intervento chirurgico, anzi avrebbero visto la loro salute peggiorare.

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